Il Covid-19 ha avuto e continua ad avere un forte impatto sull’economia mondiale. L’emergenza, oltre a stravolgere le abitudini quotidiane di ogni singola persona, ha determinato la chiusura di molte attività industriali, pregiudicando così la capacità produttiva e di approvvigionamento di alcune filiere nazionali ed internazionali.

La portata di simile sconvolgimento è connessa alle peculiarità del ciclo economico.

La globalizzazione e l’espansione del commercio internazionale hanno comportato una profonda trasformazione delle catene produttive, spingendo le imprese ad adottare un modello improntato sulla esternalizzazione della produzione. In altri termini, le imprese, mediante un processo di delocalizzazione, hanno attribuito fasi della propria attività ad altri fornitori, realizzando, in tal modo, considerevoli economie di scala. Simile modello, se da un lato ha consentito di ridurre i costi per le imprese, ha, dall’altro lato, portato alla creazione di filiere lunghe e frammentate, tutte interdipendenti tra loro: di fronte al verificarsi di eventi straordinari e imprevedibili, quale è la pandemia di Covid-19, comportanti un blocco improvviso della produzione che a catena ha coinvolto l’intera filiera, queste filiere si sono dimostrate fragili.

Da qui la necessità di rivalutare l’importanza dell’impiego di fonti di approvvigionamento interne e/o geograficamente più vicine.

La realizzazione di tali obiettivi può senza dubbio risultare più complessa in quei tessuti economici che, anche prima della attuale crisi, presentavano notevoli deficit tecnologici e innovativi. Si pensi alle imprese italiane, da sempre più in difficoltà a crescere per linee interne e maggiormente colpite sul piano della capacità produttiva e della forza di mercato, poiché caratterizzate da un deficit strutturale derivante, anzitutto, dalle loro ridotte dimensioni. Alla luce di tutto ciò, un percorso strategico e di rilancio della nostra economia può essere rappresentato dalla cooperazione tra imprese, in tutte le sue possibili varianti.

In tale prospettiva il contratto di rete rappresenta una concreta opportunità organizzativa e regolamentare per la gestione di attività e investimenti in collaborazione con altre imprese, consentendo di creare un partenariato organizzato, stabile e affidabile, caratterizzato da un’ampia possibilità di scelta, flessibilità delle scelte e dei rapporti, che meglio possono adattarsi anche a situazioni inizialmente non previste o non prevedibili.

La rete è un contratto, introdotto nel nostro ordinamento dall’art. 3, comma 4ter D.L. n. 5/2009, attraverso il quale le imprese si impegnano reciprocamente, in attuazione di un programma comune, a collaborare, ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa. La rete, riconducibile, lato sensu, nell’ambito dei contratti associativi, al pari della società, dell’associazione o di qualsiasi altro tipo contrattuale di collaborazione atipica ex art. 1322, comma 2, c.c., è contraddistinta, rispetto alle predette figure contrattuali affini, dalla sua causa, dotata di una sua specificità e autonomia.  La causa del contratto di rete è specificatamente quella di accrescere la capacità innovativa e la competitività delle imprese aderenti. In poche parole, la rete è lo strumento che consente a più imprese di ridotte dimensioni di mettere insieme le proprie forze e vincere la sfida con imprese più grandi.

Il contratto di rete concede alle parti ampia libertà nella determinazione dei suoi contenuti, quanto mai variabili, per cui tale figura contrattuale può ben adattarsi al raggiungimento delle esigenze di trasformazione industriale sopra menzionate.

Esso consentirebbe a più imprese sia di accorciare le filiere, rendendole meno complesse e realizzando interconnessioni tra imprese collocate nello stesso ambito nazionale, sia favorire la creazione di partenariati forti e rappresentativi di filiere nazionali, nonché l’interlocuzione tra questi e il settore pubblico e/o altre infrastrutture industriali estere.

Laddove sia possibile ideare un piano strategico di cooperazione tra imprese, chiaro negli obiettivi, un’adeguata organizzazione e strutturazione dei rapporti tra le imprese e del funzionamento delle attività nel contratto di rete, che sia costruito su misura per le specifiche esigenze e caratteristiche degli imprenditori coinvolti e del settore di mercato diventa fondamentale per rispondere efficientemente alla sfida posta dalla diffusione del Covid-19.