Il 21 luglio scorso, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha comunicato di aver avviato un procedimento nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.A. (ASPI) per inottemperanza alla diffida che imponeva alla società di cessare la pratica commerciale scorretta accertata nel marzo 2021.
La pratica commerciale in discorso consisteva nella mancata riduzione del pedaggio per i tratti di autostrada con notevoli problemi di viabilità causati dalla riduzione delle corsie o in specifiche limitazioni della velocità massima consentita. Inoltre, l’Autorità aveva ritenuto inadeguate le informazioni fornite dalla società ai consumatori circa le modalità da seguire per le richieste di rimborso del pedaggio in conseguenza dei detti problemi di viabilità.
Dalle numerose segnalazioni prevenute dai consumatori nel periodo 26 marzo-18 giugno 2021, è emersa la persistenza di notevoli disagi in alcuni tratti autostradali e la mancata adozione da parte di ASPI di misure di ristoro per l’utenza in termini di riduzione/sospensione del pedaggio, nonché la mancanza di procedure per riconoscere agevolazioni tariffarie e rimborsi. Effettivamente, in base a quanto dichiarato dalla stessa ASPI nella propria relazione di ottemperanza, la società ha attuato soltanto iniziative rivolte a integrare l’aspetto informativo, nella convinzione che il miglioramento dell’informazione sulle condizioni dell’infrastruttura sia l’unico ad assumere rilevanza rispetto alla scelta di consumo e sia idoneo a consentire ai fruitori del servizio autostradale di effettuare
una scelta consapevole.
Ma l’Autorità ha ritenuto tali iniziative insufficienti ad eliminare i profili di scorrettezza della pratica commerciale accertata, essendo invece necessarie misure che contemplino una riduzione del pedaggio. ASPI ha replicato che tali misure non potrebbero essere autonomamente assunte, in quanto condizionate al necessario previo confronto con il Ministero concedente la concessione, e che in ogni caso ha formulato
una concreta proposta di impegni finalizzata a risolvere le problematiche segnalate dall’Autorità, progettando e sviluppando il primo sistema di “cashback del pedaggio”, la cui finalità è ristorare gli utenti che possano incorrere in ritardi sui tempi medi di percorrenza.
L’avvio del procedimento di inottemperanza potrebbe comportare l’irrogazione di una sanzione pecuniaria da 10 mila a 5 milioni di €, che si aggiungerebbe a quella di 5 milioni di € già disposta a marzo. Fatto sta che non è una buona notizia sapere, a pochi giorni dall’inizio del traffico intenso di agosto, che persistono i disagi che da anni interessano alcuni tratti autostradali.
Avv. Luciana Porcelli